Economie del futuro

Diamo a Cesare quel che è di Cesare?

Next generation

Sappiamo, ma credo sia utile richiamarlo, che il sistema sociale dell’economia concerne la capacità di produrre e distribuire beni e servizi secondo valori e regole che si differenziano tra popoli e nazioni ma che trovano alcuni invarianti nei dati antropologici degli scambi di reciprocità bilanciata, positiva o negativa. Infatti, esistono – o sono esistite – società senza luoghi di mercato, società che non fanno transitare i beni solo dal mercato e società che usano il mercato come sistema di regolazione della domanda e dell’offerta.

Va da sé che, essendo un frutto evolutivo, il sistema sociale dell’economia delle società complesse mantiene al suo interno le preesistenze e le funzionalità di tutte le modalità di produzione e distribuzione della ricchezza. Concetti come volontariato, economia del dono, Stato assistenziale o libero mercato che soddisfi tutti i bisogni degli attori hanno a che fare con questa simultanea copresenza che viene velata nelle società di mercato ma che non sfugge a un osservatore attento e consapevole.

Infatti, il sistema sociale dell’economia, che si muove secondo le leggi economiche, ma non si riduce a esse, è solo uno dei sistemi che si combina, permuta e commuta con gli altri sistemi sociali e, cosa più importante, con l’individuo nella sua evoluzione ontogenetica e filogenetica. Quindi sembra improprio parlare di ruolo sociale dell’impresa, perché l’impresa è un sistema sociotecnico tra gli altri che concorre alla società complessa e in essa si muove in Europa secondo le regole della economia capitalistico-mercantile. Il problema è che ciò che è economico deve rispondere ai codici dell’economia e non invadere gli altri sistemi, ma al massimo coordinarsi.

Continuare a pensare alla società in termini di economia può essere fuorviante e non coerente con la gestione della complessità della vita. In termini più semplici ogni sistema sociale si riverbera con gli altri che rappresentano il suo ambiente e con il suo ambiente interno che ne determina la capacità riflessiva, tutti insieme contemporaneamente secondo metri e modi diversi. Gli uomini, per esempio, sono ambiente del sistema oltre che elemento costitutivo. La vita è organizzazione sociale per l’umanità.

Si tratta di mantenere in equilibrio instabile il sistema delle relazioni che danno vita al senso dei sistemi sociali e quindi accettare il rischio come parte costituente il rapporto con la complessità. Come si muore, si fallisce, ma la società continua a esistere.

Giampaolo Fabris con Alex Giordano hanno cercato di rimediare a questo errore dando vita al termine “societing” per dimostrare come l’economia mercantile capitalista con il marketing o tutta la microeconomia stavano costruendo la società e la sua integrazione in modo automatico e continuativo. Le crisi in atto ormai da tempo nell’economia, la crisi climatica, il depauperamento della natura, la povertà crescente e più recentemente la pandemia hanno dimostrato che nel nostro modo di affrontare il problema della vita sulla Terra stiamo facendo errori gravi e difficilmente risolvibili.

A fronte di questa situazione la nostra Unione Europea si muove per dare una soluzione alla situazione che si è creata e attua il “societing”, riducendo la complessità sistemica all’economia. L’Unione Europea lancia pertanto il Green Deal come manifesto dedicato al nostro futuro che viene definitivamente intitolato allo sviluppo sostenibile secondo le indicazioni dell’ONU della Agenda 2030.

Nel documento della Commissione sulla strategia della crescita sostenibile, si legge che problemi climatici e ambientali, il progresso tecnologico e il cambiamento demografico sono destinati a trasformare profondamente le nostre società. L’Unione europea e i suoi Stati membri devono ora rispondere a questi cambiamenti strutturali con un nuovo modello di crescita che non sia fine a se stessa perché l’economia dev’essere al servizio dei cittadini e del pianeta.

Il Green Deal europeo punta prioritariamente a un’Europa al servizio dei cittadini e rappresenta, con l’avvento dell’era digitale, il momento giusto per trasformare l’Unione in un’economia dello sviluppo sostenibile.

L’Unione Europea deve guidare e accompagnare un duplice processo: la transizione digitale e la transizione climatica, trasformando la nostra economia sociale di mercato al fine di garantire che l’Europa mantenga i sistemi di welfare più avanzati del mondo e svolga il ruolo di centro dinamico di innovazione e imprenditorialità competitiva.

Si legge tra l’altro che “il Green Deal europeo, che fa della sostenibilità e del benessere dei cittadini il punto cardine della nostra azione, è la nostra nuova strategia di crescita” . Il Green Deal è costituito dall’insieme di quattro assi portanti: ambiente, produttività, stabilità ed equità. 

La UE riconosce che l’economia del benessere deve essere in grado di raggiungere gli OSS e garantire la prosperità anche in condizioni di crescita scarsa o inesistente, come quelle legate alla recessione economica o alla stagnazione secolare. Queste considerazioni obbligano a operare quattro approfondimenti profondi rappresentati dal riassetto del ruolo delle imprese, la riforma della natura e qualità del lavoro, la ridefinizione della struttura degli investimenti e la trasformazione del sistema del denaro.

Al Green Deal della UE si sono aggiunte le misure relative al Ricovery found completate e integrate nel Next Generation EU, sulla base del quale l’Italia ha redatto il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

Anche l’Agenda 2030 ha subito un accorpamento in 6 tipologie di priorità da parte della Commissione pur mantenendo la sua completezza nei 17 goal. Le priorità sono state denominate: European Green Deal, Economy that works for people, Europe fit for the digital age, European way of life, Stronger Europe in the world e european Democracy.

Il nostro Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) prevede 6 missioni e si sviluppa intorno a tre assi strategici condivisi a livello europeo: digitalizzazione e innovazione, transizione ecologica, inclusione sociale.

Se si leggono con attenzione i titoli dei paradigmi che dovrebbero essere cambiati ci si rende conto che ci troviamo di fronte a un paradosso. Se veramente la Commissione pensa che il compito del Green deal sia quello di trasformare l’Unione in un’economia dello sviluppo sostenibile ne deriva che l’economia è il sistema dal quale dipende tutta la società e che questo sistema è quello dato dall’economia circolare. La Società, come sistema dei sistemi sociali, pertanto sarà composta in tutte le sue manifestazioni e ricambi di reciprocità dalle regole di questo tipo di economia. In un contesto di questo tipo non si pone più il problema di differenziare l’impresa come sistema sociale dagli altri sistemi sociali perché tutti sono chiamati a rispondere agli stessi valori e alle stesse regole di funzionamento della società e dei suoi componenti. Tutti sono parte del dare ed avere nell’ambito e secondo le regole della circolarità economica, seppure ciascuno con funzionalità diverse.

È credibile che l’umanità possa dar vita a una società che si riduce a un’economia?

Il paradigma della complessità e della relazione fisica tra entropia e neghentropia ci obbligano a ritenere che questa soluzione non solo sia approssimata, ideologica e probabilmente catastrofica per l’equilibrio della nostra vita sulla terra. L’uomo continua ad essere l’artefice del suo destino nei mille modi che rispondono alla sua immaginazione e al suo libero arbitrio e sarebbe imperdonabile se il nuovo fosse per l’ennesima volta gattopardesco chiamando la società impresa e ogni compagno-cittadino, imprenditore, purché dotato di Intelligenza Artificiale.

 

Correlati